All’inizio sembra di vedere una di quelle buffe foto di cuccioli sorpresi in luoghi strambi, un bimbo dentro uno scatolone che forse conteneva mele. Poi arrivano tre bambini seduti sorridenti sui gradini con una capra per guardia, gigantografie di Gesù, santini, donne che aspettano sedute e uomini che fumano narghilè. Bambini al lavoro, sorrisi, e tutt’intorno sacchi enormi con chissà quale materia, forse farina. All’inizio. Poi basta uno sguardo più accorto, come uno scatto di lato, e capisci che quelle sono montagne di rifiuti. Sì, spazzatura. Siamo nella baraccopoli di Manchiyet Nasr ai piedi della colline Moqqatam al Cairo, i cui abitanti si chiamano Zabbalin, che significa proprio popolo dell’immondizia, fiero del proprio metodo di sussistenza come fiero è della propria fede copta, quasi a dire: anche in questo siamo dei diversi.